Quando si cambia residenza, ci sono diverse cose da fare, oltre alla dichiarazione anagrafica. Tra queste vi è anche la comunicazione di variazione ai fini dell’imposta sul canone TV. Il canone è un’imposta – introdotta dal regio decreto n 264 del 21 febbraio 1938 (art. 1) - dovuta sul possesso dell’apparecchio televisore e non sul servizio. Poiché la RAI è la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo si avvale del canone per finanziare il servizio.
Se si è già possessori di un televisore e di relativo abbonamento, occorre comunicare la variazione all'Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino 1 Sportello S.A.T. Casella postale 22 – 10121 Torino (To), entro 20 giorni dal trasferimento, indicando il numero dell’abbonamento.
all'Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale I di Torino
Ufficio territoriale di Torino 1
Sportello S.A.T. - Sportello Abbonamenti TV
Casella postale 22
10121 Torino (To)
Con la presente il/la sottoscritto/a……………………..................., codice fiscale……………………………………......, titolare dell’abbonamento RAI-TV nr……………......, comunica la variazione di residenza, presso la quale da ora in avanti dovrà essere inviata qualsiasi comunicazione. Sono pertanto a comunicarVi qui di seguito i dati relativi alla vecchia residenza e a quella nuova.
Precedente residenza: (indicare con precisione via, numero civico, città, provincia e CAP).
Nuova residenza: (indicare con precisione via, numero civico, città, provincia e CAP).
Distinti saluti.
Data
Firma
La comunicazione può essere effettuata anche telefonicamente oppure inviando direttamente la richiesta di variazione di indirizzo di residenza compilando il modulo online sul sito della RAI (sezione abbonamenti).
Chi non è possessore di un abbonamento, potrà attivarlo tramite c/c postale il cui bollettino è reperibile presso qualsiasi ufficio postale e presso le Funzioni Regionali RAI di competenza. I nuovi abbonamenti possono essere effettuati in qualsiasi momento dell’anno, versando un importo relativo ai mesi compresi tra l’iscrizione e la scadenza semestrale o annuale del canone.
Può accadere che in seguito al cambio di residenza, vengano a mancare le condizioni per cui si è soggetti al pagamento della tassa di possesso del televisore, ad esempio non lo si possiede più perché si è rotto e non si intende riacquistarlo. In questo caso, bisogna comunicare - sempre all’Agenzia delle Entrate - la disdetta dell’abbonamento. Se invece le condizioni restano le stesse, ma si decide di non pagare più il canone a quel punto si diventa evasori fiscali e si è soggetti ai controlli sul territorio. Tuttavia si può spontaneamente decidere di interrompere il versamento dell’imposta, senza diventare evasori nei casi seguenti:
1) Quando il contribuente cede tutti gli apparecchi in suo possesso, fornendo comunicazione delle generalità e indirizzo del nuovo possessore;
2) Quando il contribuente comunica di non essere più in possesso del televisore spiegandone le motivazioni (ad es. per furto o incendio).
3) Quando il contribuente richiede che il suo apparecchio sia sigillato e reso inutilizzabile (il mandato viene eseguito dall'intendenza di finanza con relativa procedura per l’apposizione dei sigilli. La pratica prevede il versamento di 5,16 € con vaglia postale).
In tutte le situazioni in cui si registra un cambiamento dello stato di famiglia, per cui un componente della famiglia dichiara il cambio della residenza pur continuando a vivere – di fatto - con i genitori o nella precedente condizione familiare, il proprietario - poiché risulta che vi abita regolarmente - sarà tenuto al pagamento del canone.
L’obbligo, infatti, nasce quando una persona si stacca dal nucleo familiare originario e ne costituisce uno nuovo, anche uni personale: come dire che ogni famiglia (incluso chi abita da solo) deve pagare un canone RAI e questo perché i controlli si effettuano di fatto sulla residenza e non sui singoli televisori comprati e venduti.
Tuttavia, basta chiarire la propria situazione e dimostrare le condizioni per le quali si richiede di non pagare il canone.
Nel caso in cui ci si trasferisca in una casa in affitto dove il proprietario è titolare di un abbonamento per il canone TV, ognuno è tenuto a versare il proprio contributo; se l’inquilino è possessore di un abbonamento basta comunicare il cambio di indirizzo, se non è possessore di abbonamento sarà soggetto a controllo per via della dichiarazione di cambio residenza. Il proprietario, da parte sua, non può valersi sull’inquilino per il pagamento del proprio canone, salvo accordi stabiliti in sede contrattuale.
In tutti i casi, qualora vi siano dei controlli è sufficiente dimostrare la propria posizione particolare tramite comunicazione scritta.
Il canone RAI non esiste. E' in verità una tassa sul possesso dell'apparecchio televisivo, da pagare indipendentemente dal fatto che si usufruisca o meno del servizio (dal fatto, cioè, che si guardino i programmi e i canali RAI). Ciò significa che qualora un utente, in possesso di un televisore non più funzionante, non pagasse il canone (credendo di trovarsi nel lecito), sbaglierebbe. Come ogni tassa, dunque, il “canone RAI” viene versato allo Stato, ed è lo Stato italiano che versa alla società rai il canone vero e proprio per la concessione del servizio pubblico che essa deve svolgere. Il canone, dunque, rappresenta una sorta di risarcimento versato dallo Stato alla sua televisione, in vece della perdita di introiti che subisce.
Operare la disdetta del canone e continuare a guardare la televisione, sostanzialmente, non è possibile. Non si può richiedere a nessuno di “bloccare” i soli canali RAI sulle nostre tv lasciando “liberi” tutti gli altri. Tuttavia è vero pure che è una tassa in libertà: ciò significa che solo chi vuole, autodenunciandosi quindi, la paga. Per non pagarla, in sostanza, basta non denunciare il possesso del televisore. Per chi si fosse già autodenunciato esistono pochi modi possibili per operare la disdetta del canone RAI. Tali sistemi consistono, fondamentalmente, nell' effettuare un pagamento unico di Euro 5,16 con vaglia postale intestato a "Agenzia delle Entrate - Ufficio Torino 1 - SAT Sportello abbonamenti TV - Cas. Post. 22 - 10121 Torino" dichiarando, in alternativa:
Dunque la cosa migliore è, in assoluto, non autodenunciare il possesso del televisore (abbiamo visto che non c'è modo per fare la “disdetta” del canone). Poi, è chiaro, sta agli enti preposti al controllo provare il contrario.
Il canone è un’imposta obbligatoria, e, previa ogni richiesta di disdetta, si intende tacitamente rinnovato. Il pagamento cessa quando:
Tolte queste particolari circostanze, esistono alcune circostanze che permettono l’esenzione per alcuni soggetti particolari dal pagamento di suddetta imposta.
Sono esenti dal pagamento dell'imposta:
Per poter richiedere l’esonero dal pagamento del canone rai è necessario essere in possesso di determinati requisiti, che vi illustreremo di seguito. Il richiedente deve aver compiuto 75 anni prima della scadenza del termine di pagamento del bollettino. Non può vivere, all’interno di una stessa abitazione, con persone diverse dal coniuge titolare di un proprio reddito. Deve avere un reddito complessivo, che comprenda quindi anche quello del coniuge, non superiore a 516,46 euro.
Per richiedere l’esonero dell'abbonamento Rai è necessario compilare un modulo di dichiarazione sostitutiva, che deve essere in seguito consegnato agli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate o spedito per mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno al seguente indirizzo:
Direzione Provinciale I di Torino
Ufficio territoriale di Torino 1
Sportello S.A.T.
Casella postale 22
10121 - Torino (To)
E’ utile sapere che nel caso si incontrino delle difficoltà nella compilazione della dichiarazione sostitutiva è possibile chiedere aiuto al numero 848.800.444 o contattare il call center risponde rai al numero 199.123.000.
Per evitare il pagamento dell'abbonamento alla Rai è necessario aver compiuto 75 anni di età entro il 31/01. Nel caso in cui desideriate richiedere per la prima volta l’esonero, in riferimento però al secondo semestre, dovete aver compiuto 75 anni entro il 31/07.
L’Agenzia delle Entrate si occuperà di verificare la veridicità dei requisiti, nel caso in cui le informazioni contenute nella dichiarazione sostitutiva non siano sufficienti, l’Agenzia delle Entrate si metterà in contatto con l’utente.
Non è necessario presentare domanda di esonero tutti gli anni, ma nel caso in cui le condizioni economiche del richiedente siano cambiate bisogna tempestivamente avvertire l’Ufficio delle Entrate, che provvederà a spedire di nuovo i bollettini di pagamento del canone.
E’ bene sapere che nel caso in cui la persona abbia beneficiato dell’esonero dalla tassa sul possesso della TV, anche se i requisiti economici sono cambiati, dovrà pagare una multa che va dai 500 ai 2000 euro per ogni annualità evasa.
Nel corso degli anni le famiglie italiane hanno dovuto regolarmente subire un aumento delle bollette di luce e gas. Le motivazioni sono varie, correlate per lo più all’aumento dei costi delle forniture.
Durante la vita lavorativa di una persona e quindi lo svolgimento di una qualsiasi attività professionale, può capitare che, in situazioni particolari, gli venga richiesto di produrre ed esibire un attestato di servizio (o definito anche certificato di servizio lavorativo). Sebbene alcuni sappiano cosa esso sia, altre persone invece potrebbero non conoscere tale documento. In effetti, come abbiamo detto, non è un’attestazione che viene richiesta frequentemente, ma solo in alcuni casi specifici e di cui parleremo più avanti.
Da molti anni è oramai possibile evitare di pagare il canone Telecom anche se si resta con la compagnia telefonica di bandiera. Se però non si è del tutto convinti del servizio offerto è possibile richiedere la disdetta ADSL da Telecom.
La variazione della residenza sulla patente di guida avviene nel momento in cui si presenta la richiesta di iscrizione anagrafica o cambio di abitazione presso gli uffici del comune di residenza. Infatti, oltre ai documenti richiesti per il cambio di residenza, i titolari di patente di guida dovranno compilare una apposito modulo in distribuzione presso gli uffici comunali.
In un periodo storico alquanto critico per l’Italia trovare un posto di lavoro fisso, stabile ma soprattutto redditizio sembra quasi utopia. Milioni di giovani, di padri di famiglia e anche uomini un po' avanti con gli anni risultano essere disoccupati e così facendo prendono sempre più campo le prestazioni lavorative occasionali.