Durante la vita lavorativa di una persona e quindi lo svolgimento di una qualsiasi attività professionale, può capitare che, in situazioni particolari, gli venga richiesto di produrre ed esibire un attestato di servizio (o definito anche certificato di servizio lavorativo). Sebbene alcuni sappiano cosa esso sia, altre persone invece potrebbero non conoscere tale documento. In effetti, come abbiamo detto, non è un’attestazione che viene richiesta frequentemente, ma solo in alcuni casi specifici e di cui parleremo più avanti.

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Cerchiamo quindi di chiarire meglio tutto questo, andando a scoprire cosa siano gli attestati di servizio, chi è tenuto obbligatoriamente a compilarli, in quali situazioni possono essere richiesti e cosa devono contenere o comunque indicare. Questi, comunque, ed è bene precisarlo, rappresentano un genere di documentazione importante sia per colui che la richiede e sia per il soggetto che dovrà in seguito analizzarla e valutarla.

Cos’è questo tipo di documento e perché viene richiesto

In pratica, un attestato di servizio è una dichiarazione che può essere richiesta da un qualsiasi lavoratore o professionista al suo datore di lavoro (o ex) e che attesti appunto lo svolgimento di tale attività presso una società o un ente. Di solito, questa richiesta, che deve essere scritta, è effettuata in particolari situazioni e cioè quando l’attestato di servizio è un documento preteso da un istituto finanziario o una banca, a seguito di domanda di prestito o di mutuo da parte del lavoratore oppure per la cessione del quinto del suo stipendio.

Tali enti finanziari, infatti, in occasione di richiesta di prestiti o mutui domandano al soggetto richiedente di produrre ed esibire almeno una busta paga e, appunto, un attestato di servizio, che certifichi che la persona lavori o presti servizio effettivamente presso un’azienda o un datore di lavoro. Sarà infatti quest’ultimo oppure il suo rappresentante legale o aziendale a firmare e certificare l’atto.

A parte per richiedere un mutuo o un prestito bancario, un ulteriore motivo per cui un dipendente necessita di un documento di questo genere è, ad esempio, in caso di controversie con l’INPS a riguardo di periodi contributivi non risultanti all’ente previdenziale. Una certificazione del genere, infatti, proverebbe il lavoro svolto dal soggetto presso una o più aziende o datori di lavoro in un periodo determinato ed i relativi contributi accumulati.

Come richiedere e cosa deve contenere tale attestazione

La richiesta scritta di un attestato di servizio del lavoratore deve essere indirizza direttamente al proprio datore di lavoro oppure all’ufficio del personale della società. All’interno di tale domanda, a parte alcuni dati obbligatori, lo stesso dipendente può chiedere che siano inserite ulteriori informazioni utili per gli usi che egli ne dovrà fare.

Un esempio è rappresentato dalla quota di TFR accumulata dal soggetto e reperibile facilmente anche sulla Certificazione Unica (ex Cud) di questi. In altri casi particolari, come quando si richiede la cessione del quinto dello stipendio, è possibile si debbano inserire anche informazioni riguardo eventuali procedimenti o provvedimenti di natura disciplinare a carico del lavoratore. Quest’ultimo tipo di informazione, in effetti, spesso è richiesto dagli istituti bancari prima di procedere ad un finanziamento.

La motivazione alla base di questa richiesta, da parte degli enti finanziari, di tale particolare informazione è facilmente intuibile. Infatti, nel caso il lavoratore sia oggetto di un provvedimento di natura disciplinare in corso, si potrebbe prospettare per lo stesso anche un eventuale licenziamento e quindi la cessazione del rapporto di lavoro presso l'azienda in questione o il datore di lavoro stesso. Di conseguenza, la richiesta di mutui o altri tipi di prestiti (ad esempio la cessione del quinto dello stipendio) verrebbe ad essere annullata o comunque non più accettata.

E proprio questo genere particolare di finanziamento, quale può essere la cessione del quinto appunto, delle volte alla base della richiesta di questo specifico attestato, come abbiamo visto in precedenza, implica il coinvolgimento del datore di lavoro. Infatti questi dovrà prelevare dalla busta paga mensile del suo lavoratore la rata da destinare all'ente bancario o finanziario creditore. Ed in questo caso, l'indicazione del reddito medio netto mensile assume una fondamentale importanza.

Infatti, l'importo della rata non può oltrepassare il quinto di tale stipendio (quindi il 20%), ma al netto di imposte, contributi di natura previdenziale ed eventualmente anche di altre rate da pagare relative ad ulteriori finanziamenti ottenuti in precedenza. Di conseguenza, questo genere di informazione, qual è la retribuzione del lavoratore appunto, è essenziale per la valutazione dell'affidabilità di tale soggetto (e della sua effettiva possibilità di rimborsare il prestito ottenuto) agli occhi dell'ente finanziario creditore.

Comunque, i dati obbligatori che devono essere inseriti nell‘attestato sono innanzitutto quelli anagrafici del lavoratore, seguiti poi dalla sua funzione e posizione all’interno dell’azienda, le conoscenze specialistiche e le qualifiche possedute dallo stesso, durata del rapporto di lavoro e (nel caso) motivazione della sua conclusione, tipologia contrattuale utilizzata, comportamento tenuto dal soggetto nei confronti di superiori e colleghi di lavoro. Infine, data e firma del datore di lavoro, corredate eventualmente dal timbro aziendale.

Non devono assolutamente figurare invece sul documento delle informazioni riguardanti, ad esempio, il numero di giorni di assenza del lavoratore dovuti a malattia oppure l’appartenenza ad un sindacato (all’interno o all’esterno dell’azienda) o ad un partito. Questi dati sensibili, infatti, rientrano tra quelli soggetti al diritto alla riservatezza o privacy e di conseguenza sono tutelati dalla normativa italiana.

L'attestato di servizio prodotto risulterà quindi essere una dichiarazione da parte del datore di lavoro, del titolare dell'azienda o del responsabile dell'ufficio del personale della stessa e naturalmente dovrà essere prodotta su carta intestata e su cui sarà presente, come abbiamo già accennato, una firma e, nel caso, anche il timbro della società di appartenenza. Se non è richiesto espressamente l'inserimento di informazioni particolari, l'attestato termina con la dicitura: "Il presente documento è rilasciato per gli usi consentiti dalla legge".

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.