Il codice fiscale è un codice alfanumerico (composto da numeri e da lettere) che identifica a fini fiscali, senza possibilità d’errore e in maniera univoca, tutti coloro che sono residenti in Italia. Tutti i cittadini (persone fisiche) hanno un codice fiscale di 16 caratteri alfanumerici; gli enti e le società, invece, (persone giuridiche) hanno un codice di 11 cifre che inizia sempre con un numero diverso da 0: nello specifico, l’8 indicherà gli enti riconosciuti; il 9 quelli non riconosciuti.
Il codice fiscale viene rilasciato dall’Agenzia delle entrate e può essere dato anche ai cittadini stranieri. Una volta veniva rilasciato a ciuascun cittadino una tessera di plastica riportante il proprio codice fiscale insieme ad altri dati anagrafici; attualmente, invece, viene spedita direttamente all’indirizzo di residenza di ciascuno la tessera sanitaria, sulla quale è impresso in bella mostra anche il codice fiscale. Il codice fiscale è utilizzato dall’INPS ai fini delle prestazioni previdenziali e dal Ministero del lavoro.
L’algoritmo che permette di decodificare codice fiscale di ciascuno prevede, innanzitutto, l’utilizzo di tre lettere estrapolate dal nostro nome e di altre tre lettere del nostro cognome. Di norma si utilizzano le lettere consonanti; le vocali sono prese in considerazione solo se le consonanti del cognome (o del nome) sono in numero insufficiente, e comunque vanno posto solo dopo le consonanti.
Nel caso di un cognome (o di un nome) che non arrivi a tre caratteri, esso viene allora riportato per intero con l’aggiunta di una “X” finale. Per la data di nascita vengono considerate le ultime due cifre del nostro anno di nascita; quindi si usa una lettera per indicare il mese e, infine, le due cifre che indicano il nostro giorno di nascita. I quattro caratteri successivi indicano il nostro Comune di nascita: sono, normalmente, una lettera e tre cifre numeriche. L’ultimo carattere del nostro codice fiscale è rappresentato da una lettera di controllo (che non è presa “a casaccio”, ma è anch’essa ricavata da un particolarissimo algoritmo).
Per quanto raro sia, possono capitare i cosiddetti casi di omocodia: due persone differenti, cioè, che riscontrino lo stesso codice fiscale, identico in tutti i suoi sedici caratteri. In casi del genere, l’Agenzia delle entrate sostituisce i caratteri numerici a partire da quello più a destra con una lettera e, infine, ricalcola anche il carattere di controllo.
Utilizzando tutte le combinazioni possibili di sostituzioni dei numeri con lettera, si possono gestire al massimo 128 codici differenti. I casi di soggetti cosiddetti omocodici, inizialmente molto limitati per quanto riguarda i cittadini italiani, si sono notevolmente incrementati nel tempo prevalentemente per gli stranieri.
Il codice fiscale può essere decodificato anche in rete per mezzo di particolari programmi calcolatori che usano lo stesso algoritmo dell’Agenzia delle entrate. Tuttavia è bene ricordare che il margine d’errore di tali programmi, purchè davvero minimale, esiste.
E’ bene sapere che quando si effettua la richiesta del codice fiscale o di un suo duplicato è necessario avere con sè un valido documento di riconoscimento, ad esempio la carta d'identità, in corso di validità. Nel caso in cui la richiesta è presentata da uno straniero è necessario mostrare il permesso di soggiorno o il passaporto.
Per ottenere un’altra copia del codice fiscale si possono seguire tre diverse strade, che sono riportate di seguito.
E’ importante sapere che in caso di smarrimento o furto, è necessario denunciare l’accaduto alle Autorità di Pubblica Sicurezza.
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