Lo stato di famiglia è il documento che contiene il numero dei componenti appartenenti al nucleo familiare. Per ottenere lo stato di famiglia, è necessario recarsi all'Anagrafe presentando un documento valido d'identità (carta d'identità, passaporto, patente di giuda ecc.). Prima di effettuare la richiesta, bisogna sapere che saranno possibili alcune spese quali: 0.26 euro in carta libera; 0,52 euro da aggiungere alle 14,62 euro (imposta di bollo vigente) se in bollo.

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E' inoltre sempre possibile sostituire lo stato di famiglia con un'autocertificazione. La firma dell'autocertificazione non andrà autenticata e non necessita della presenza dell'impiegato dell'ente. L'autocertificazione sostitutiva va inviata, con in allegato la copia di un documento d'identità, via fax oppure on line e ha validità di sei mesi.

Stato di famiglia ai fini ISEE

L’ISEE, come sappiamo, è una certificazione assolutamente necessaria per il cittadino che intende richiedere una prestazione sociale agevolata in quanto queste ultime richiedono spesso un basso profilo economico e patrimoniale per essere accettate dall’ente al quale viene richiesta. Detto questo: cosa c’entra lo stato di famiglia con la dichiarazione ISEE? Semplicemente, l’ISEE (Indice della Situazione Economica Equivalente) ha bisogno di conoscere tutti i membri della famiglia, ma non si ferma a questo, la situazione è più complessa e intricata di quanto si pensi.

Chi fa parte del nucleo familiare?

  1. il dichiarante, ossia colui che intende fare l’ISEE;
  2. il coniuge 
  3. i figli minori che risiedono col proprio genitore, anche se sono a carico ai fini IRPEF di altre persone;
  4. i minori che sono in stato di affidamento preadottivo o comunque temporaneo;
  5. i figli maggiorenni che sono a carico ai fini IRPEF;
  6. tutte le persone che sono presenti in quello anagrafico;
  7. i figli minori del coniuge che non risiede con le persone presenti
  8. le persone che sono a carico ai fini IRPEF 
  9. figli minori che vivono con le persone a carico IRPEF

Il modulo per fare richiesta degli assegni familiari

Tra le varie prestazioni offerte dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps) c'è anche quella degli assegni familiari. L'assegno familiare, o assegno per nucleo familiare, viene erogato dall'Inps per offrire sostegno economico alle famiglie dei lavoratori dipendenti o dei pensionati della stessa categoria, che hanno un reddito annuale che sia inferiore ad una certa soglia stabilita dalla legge.

Cosa sono gli assegni familiari?

Gli assegni familiari sono un aiuto economico da parte dello Stato per le famiglie che ne hanno bisogno.

Se questo articolo sta suscitando il tuo interesse, allora ti consigliamo di mettere da parte anche questo  su come tracciare una raccomandata

Chi può fare richiesta?

  • i coltivatori ;
  • i piccoli coltivatori diretti;

Quanti ne spettano? E a chi?

  • il coniuge
  • i figli o equiparati anche se non conviventi:
    • di età inferiore a 18 anni;
    • studenti di scuola media (fino a 21 anni);
    • universitari 
    • non abili a lavorare
  • i fratelli:
    • di età inferiore a 18 anni;
    • studenti di scuola media (fino a 21 anni);
    • universitari 
  • gli ascendenti (genitori, nonni, ecc..) ed equiparati

Come fare richiesta

Il modulo di domanda per fare richiesta dell'assegno familiare va inviata all'Inps o agli Enti di Patronato riconosciuti ufficialmente dalle leggi dello Stato italiano. L'assegno familiare viene erogato per un lasso di tempo che va dal primo luglio dell'anno di richiesta al 30 giugno dell'anno successivo.

Documenti necessari per richiedere l'assegno

Come per la maggior parte delle richieste, anche nel modulo per l'assegno del bonus alla famiglia è necessario riportare una serie di dati come quelli del documento di riconoscimento valido (carta d'identità, passaporto, patente ecc.) e del Codice Fiscale, riscontrabile sulla propria tessera sanitaria. Andranno inoltre allegati i moduli ANF42 e ANF43.

La somma spettante ai beneficiari dell’assegno famigliare

La somma spettante ai beneficiari dell’assegno famigliare viene pubblicata ogni anno dall’Inps in tabelle che sono valide dal 1° luglio fino al 30 giugno dell’anno successivo. Il calcolo per determinarla viene fatto i base alla tipologia e alla composizione del nucleo famigliare e del reddito complessivo. Per le famiglie con situazioni particolari come per chi ha nuclei monoparentali o con inabili in famiglia gli importi della somma spettante è più favorevole.

A chi si deve presentare la domanda?

Chi ne ha diritto, deve presentare ogni anno la domanda per avere riconosciuto l’assegno familiare. I lavoratori dipendenti devo presentarla al proprio datore di lavoro riempendo il modello ANF/DIP (SR 16). Sarà il datore di lavoro che corrisponderà l’assegno per gli assegni famigliari in busta paga del suo dipendente.

Lavoratori addetti ai servizi domestici, dipendenti a tempo determinato, operai agricoli, lavoratori iscritti alla gestione separata, lavoratore di ditte che hanno presentato domanda di cessata attività o fallite, devono invece presentare la domanda direttamente all’Inps tramite i servizi telematici presenti sul suo sito istituzionale. Bisogna fornirsi del PIN e tramite il servizio “Invio OnLine di Domande di prestazioni previdenziali a Sostegno del reddito”, inviare la domanda.

Chi non ha Internet può fornire i dati per la domanda ad un operatore chiamando il n° gratuito 803164 da rete fissa, o al n° 06164164 da rete mobile a pagamento seconda la tariffa del proprio gestore. Oppure può presentare la domanda per gli assegni familiari a un Patronato che li invierà all’Inps tramite servizi telematici. 

Avvertenze

Ogni variazione del reddito o della composizione del nucleo famigliare, gli spettanti dell’assegno lo devono comunicare entro 30 giorni all’Inps. L’Inps tramite bonifico accredita agli aventi diritto direttamente all’ufficio postale o sul conto corrente bancario o postale a chi ha indicato nella domanda per la concessione dell’assegno famigliare i propri dati e gli estremi bancari o postali comprensivi del codice Iban.

Altri soggetti che possono presentare la domanda

Il coniuge dell’avente diritto se lavora come dipendente, se non è titolare di un assegno famigliare può presentare la domanda.

Genitori separati, nel caso di affidamento condiviso, entrambi hanno diritto all’assegno famigliare, chi dei due si sceglie tramite accordo tra le parti. Senza accordo, sarà autorizzato il coniuge che convive con i figli.

Se c’è un minore nato fuori dal matrimonio, il genitore che ci convive, privo di autonomo diritto, può presentare domanda per la concessione degli assegni famigliari. L’assegno sarà concesso in base ai redditi dell’altro genitore dipendente convivente.

Validità e uffici che rilasciano l'atto di nascita

Dall’atto di nascita depositato nel registro di stato civile si ricavano sia il certificato che l’estratto di nascita. Tra questi ultimi due documenti l’estratto è senza dubbio quello più completo in quanto è comprensivo di ulteriori annotazioni marginali (tra cui il matrimonio e il decesso). Quando nasce un figlio è necessario compilare dei documenti appositi che attestino la nascita dello stesso e le sue generalità, in primis i dati anagrafici. L'estratto di nascita contiene infatti il nome, il cognome, la cittadinanza, luogo e data di nascita, la residenza ed altre annotazioni quali matrimonio, separazione, decesso dei genitori.

Dall’atto di nascita depositato nel registro di stato civile si ricavano sia il certificato che l’estratto di nascita. Tra questi ultimi due documenti il secondo è senza dubbio quello più completo in quanto è comprensivo di ulteriori annotazioni marginali (tra cui il matrimonio e il decesso).

Il certificato di nascita è invece quello più vicino all’atto di nascita propriamente detto: si tratta di un documento comprensivo unicamente di quanto risulta dall’anagrafe; ciò che riguarda lo stato civile ne è invece escluso. Questo certificato viene rilasciato solitamente dal proprio Comune ma può essere facilmente sostituito, nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, da una semplice autocertificazione.

Il certificato ha una validità pari a sei mesi: in effetti, questo viene sostituito totalmente dal proprio documento di riconoscimento, all’interno del quale queste informazioni sono già contenute (solitamente la carta d’identità basta e avanza). Il rilascio di questo documento non ha, comunque sia, una tempistica sempre uguale a sé stessa: molto dipende dal nostro Comune di residenza, se siamo nati o meno nello stesso posto dove viviamo, ecc. Tanto per andare sul sicuro, comunque, basta prenotarsi presso gli uffici adibiti a tale compito del proprio comune: la consegna del certificato che ci interessa avviene, solitamente, una settimana circa dalla prenotazione.

Ma quali sono gli uffici autorizzati?

Sicuramente quelli dell’anagrafe: quelli dell’anagrafe centrale oppure quelli dei suoi uffici di circoscrizione. Gli orari che questi uffici osservano solitamente vanno dalle 8:30 alle 15:00 circa, dal lunedì al giovedì, mentre per l’ultimo giorno lavorativo della settimana (per questo tipo di uffici è spesso il venerdì) vige un orario ridotto.

Tempi, costi e modalità di richiesta dell’atto

Come si è già detto, il rilascio dell'atto di nascita può essere richiesto da chiunque ne abbia necessità e non serve alcun tipo di documentazione specifica: al massimo, potrebbe essere richiesta la carta d’identità. Il certificato viene rilasciato dai P.A.D. (punti anagrafici decentrati) immediatamente e non comporta nessun costo procedurale. Nel caso, però, in cui non si avesse modo di recarsi personalmente presso tali punti, la richiesta può essere inoltrata per via postale, per telefono e, ancora, sicuramente per via postale se ci si trova all’estero.

Scegliendo l’opzione postale semplice, bisogna allegare alla richiesta una fotocopia del proprio documento di riconoscimento, nonché una busta già debitamente affrancata con l’indirizzo dell’utente: in questo modo, le autorità ci rilasceranno l’atto di nascita senza sborsare un centesimo. Stessa cosa avverrà se si vive all’estero anche se, naturalmente, qui la cura dei dettagli assumerà un valore ancora maggiore. Telefonicamente, invece, si concorderanno assieme all’operatore che ci risponderà i tempi e le modalità di consegna a noi più congeniali.

Come richiedere l'estratto di nascita

L’estratto di nascita può essere richiesto direttamente all’apposito ufficio del Comune dove il richiedente è nato e quindi dove l’atto è stato registrato, oppure presso il preposto ufficio del Municipio di appartenenza. Per richiederlo è necessario compilare un’apposita richiesta, che generalmente è possibile reperire presso gli uffici dove si presenta la domanda. La domanda per ottenere l’estratto di nascita può essere presentata dal diretto interessato, quindi l’intestatario del documento o da una terza persona, munita però di apposita delega e la fotocopia del documento di riconoscimento in corso di validità dell’interessato. Nel caso in cui il diretto interessato sia un minore, la richiesta è presentata da uno o entrambi i genitori.

Si tratta di un documento che ha la validità di sei mesi, trascorsi i quali è necessario che l’intestatario ne assicuri la validità, dichiarando per iscritto che i dati in esso contenuti, non hanno subito variazioni. Per richiedere l’estratto di nascita è necessario che il diretto interessato si rechi all’ufficio dell’Anagrafe, munito di carta d'identità in corso di validità, il documento viene rilasciato dall’ufficio a titolo gratuito. Se si desidera avere la copia integrale del documento, generalmente si deve sostenere il costo di un euro. E’ importante sapere che se viene richiesto in un paese straniero che non ha particolari leggi a riguardo, è opportuno che la firma dell’Ufficiale dello Stato Civile, sia legalizzata in Prefettura.

Informazioni contenute nella richiesta

Per richiedere l’estratto di nascita è necessario fornire alcune informazioni utili sull’intestatario del documento, che sono riportate di seguito.

  • Generalità del diretto interessato.
  • La data di nascita.

E’ utile sapere che possono richiedere il documento che contiene anche le informazioni sulle generalità dei genitori dell’intestatario, solo il diretto interessato e i suoi genitori.

Di seguito sono riportate le norme vigenti che regolano questo certificato

  • Legge n.1228/54;
  • D.P.R. n.223/89;
  • Legge n.405/90;
  • D.P.R. n.396/00;
  • D.P.R. n.445/00;
  • Circolare 36326/83 Rip.ne IV ;
  • L. 183/2011 art. 15 e 36 (Legge di stabilità).

La dichiarazione sostitutiva dell'estratto di nascita

E' possibile effettuare una dichiarazione sostitutiva che sostituisce a tutti gli effetti la normale procedure e le consuete certificazioni da fornire alla pubblica amministrazione.

La firma della dichiarazione sostitutiva dell'estratto di nascita non prevede autenticazione e può essere ascritta anche senza la presenza di un impiegato dell'Ente preposto. Tale dichiarazione ha validità di sei mesi e può essere inviata via fax oppure online o tramite raccomandata a.r. È necessario inoltre allegare un documento di riconoscimento in corso di validità come la carta d'identità o il passaporto.

Ecco un esempio di dichiarazione sostitutiva da parte di entrambi i genitori ai sensi degli articoli 45 e 46 del D.P.R. del 28 dicembre 2000 n. 445.

Quanto costa richiedere il certificato di stato civile

I certificati di stato civile sono rilasciati dal Comune di residenza della persona intestataria. Ne esistono varie tipologie e possono essere richiesti per diversi motivi. Per alcuni, è possibile sottoscrivere un’autocertificazione, che va firmata dal sottoscrivente, il quale si prende la responsabilità dei dati in essa contenuti. Quando si richiede un certificato di stato civile è necessario pagare una piccola imposta di bollo, mentre nel caso dell’autocertificazione è possibile utilizzare un foglio di carta semplice. Nel primo caso è necessario, inoltre, avere con sé un valido documento di riconoscimento, ad esempio la carta d'identità.

Quali sono le tipologie di certificato

Come è stato già precedentemente detto esistono diverse tipologie di documenti che certificano lo stato civile, e che possono essere utilizzati per diversi scopi. .

  • Certificato di stato di famiglia;
  • certificato di residenza
  • certificato di cittadinanza;
  • certificato di vedovile;
  • certificato di godimento dei diritti politici;
  • certificato di stato libero;

E’ importante sapere che i certificati anagrafici scadono dopo sei mesi, trascorso questo periodo quindi non ha più nessun valore e deve essere chiesto nuovamente presso gli uffici del Comune di residenza preposti. Se l’intestatario del documento però dichiara in calce che le informazioni in esso contenute, non sono cambiate, il certificato riacquista la sua valenza.

Per richiedere questo documento, è necessario pagare un imposta di bollo di 14,62 euro. Non sono soggetti al pagamento dell’imposta di bollo alcune speciali categorie di persone, che usufruiscono in questo caso di una esenzione. Inoltre devono anche essere pagati i diritti di segretaria, che corrispondono a 0,52 centesimi. E’ bene sapere che alcune categorie di persone sono esenti anche da questa piccola tassa. Le dichiarazioni sostitutive di atto notorio, che hanno bisogno dell’autentificazione della firma in calce, sono soggette al pagamento della tassa di bollo di 14,62 euro. I certificati anagrafici possono essere richiesti anche agli uffici dei servizi demografici del Comune di residenza, che generalmente rilasciano al momento la documentazione.

Come funzionano le scadenze per la Domanda per l'Assegno unico familiare?

Dal primo marzo 2023 l’assegno unico per le famiglie con figli a carico sarà erogato con rinnovo automatico. Coloro i quali hanno già presentato domanda nel periodo di gennaio 2022 e febbraio 2023 percepiranno l’assegno e saranno liquidate le domande in corso di validità. Per il rinnovo – anche se automatico – resta l’obbligo del rinnovo dell’ISEE per godere dell’importo completo.

Il rinnovo automatico dell’assegno unico è una semplificazione per i percettori resa possibile dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’innovazione punta alla valorizzazione delle banche dati dell’INPS, infatti, i dati delle domande saranno prelevati direttamente e in modo automatico dagli archivi dell’Istituto che provvederà a liquidare il beneficio con continuità.

Ai richiedenti rimane l’obbligo di presentare l’ISEE e di comunicare eventuali cambiamenti delle informazioni inserite nella prima domanda di Assegno Unico trasmessa all’INPS prima ed entro il 28 febbraio 2023.

La quantificazione dell’assegno resta affidato alla presentazione del DSU per il rinnovo dell’ISEE. In assenza di una DSU, l’importo dell’Assegno sarà calcolato sugli importi minimi previsti.

Restano confermate le modalità per i nuovi richiedenti dell’assegno unico che non ne hanno mai fruito o che effettuano la prima domanda. Le modalità di presentazione delle domande sono tramite servizio online, tramite contact center, recandosi dai patronati o attraverso app INPS mobile. Relativamente alla decorrenza della prestazione, l’assegno Unico è riconosciuto annualmente a partire dal mese di marzo dello stesso anno della domanda per le richieste effettuate entro il 30 giugno 2023 (retroattivamente – per le domande successive il mese di giugno, la prestazione decorre dal marzo successivo).

Per quanti hanno presentato la domanda per l’assegno unico e universale entro il 28 febbraio, l’importo potrà essere già erogato a partire dalla prima metà di marzo. Sempre dal 1° marzo, le detrazioni per i figli a carico sono erogate solo a favore di figli di età pari o superiore a 21 anni.

Per le domande inoltrate entro il 30 giugno, l’INPS riconoscerà gli arretrati a partire dal mese di marzo. Per le domande, infine, presentate dopo il 30 giugno, l’assegno sarà erogato a partire dal mese successivo quello della domanda.

Per fare domanda per l'assegno unico non è richiesta la dichiarazione ISEE. L’importo viene calcolato sull’importo minimo previsto dalla normativa. Chi presenta l’ISEE, invece, avrà l’importo calcolato in base al reddito dichiarato. Inoltre, l’Assegno Universale non concorre alla formazione del reddito imponibile IRPEF, perché esente.

Le verifiche: come si effettuano

Per fare domanda per l'assegno unico e ricevere a partire da marzo, l’INPS deve effettuare le verifiche sulle 2,7 milioni di domande ricevute e sulle dodici banche dati pubbliche in cui sono state inserite.

Per chi ha fatto la domanda per l'assegno unico correttamente entro il 28 febbraio e rientra nei requisiti, l’INPS promette di erogare il beneficio in tempi stretti: a partire dalla metà di marzo. Per riuscire a farlo, le verifiche saranno automatizzate e su grande scala. L’istituto, dunque, dovrà determinare il diritto alla prestazione tramite l’interrogazione delle banche dati interne ed esterne e tramite l’interoperabilità tra piattaforme informatiche. Si tratta di una procedura per velocizzare i controlli che sfrutta la teoria del “once only”, ovvero non chiedere all’utente di fornire dati che sono già in possesso dell’ente. Il metodo è stato già adottato in occasione delle erogazioni del reddito di cittadinanza.

La procedura “sprint” è possibile perché il richiedente che ha inoltrato la domanda per l'assegno unico si è dovuto autenticare tramite SPID. L’identità SPID, infatti, permette l’accesso all’anagrafe nazionale e verifica in automatico alcuni requisiti richiesti per l’ottenimento dell’assegno come la residenza in Italia da almeno 2 anni, la cittadinanza, la genitorialità e il nucleo familiare.

Per quanto riguarda i pensionati, l’INPS accederà ai dati del casellario pensionistico per incrociare i dati sul nucleo familiare, l’eventuale calcolo di maggiorazioni e percezione del reddito di cittadinanza (in questo caso, è prevista una procedura di integrazione degli importi ad hoc). La banca dati Uniemens servirà ad accertare i redditi da lavoro dichiarati, le denunce obbligatorie dei sostituti di imposta per quanto concerne il settore privato. Inoltre, i controlli saranno avviati anche tramite la consultazione della banca dati ISEE dove con i codici fiscali si potrà riscontare il nucleo familiare ed effettuare i calcoli per gli importi spettanti. Non mancheranno anche i controlli a campione.

Le procedure di verifica si devono concludere entro il 15 marzo per poter erogare i primi assegni. Gli esiti possono diversi tra istanze accolte, istanze respinte, decadute, rinunciate, e istanze in evidenza alla sede, ovvero in osservazione, infine, istanza in evidenza al cittadino (se viene richiesto di integrare la documentazione). 

Il 56% di chi ha fatto domanda per l'assegno unico è stato inoltrato direttamente dal cittadino senza l’aiuto di un patronato. Il rischio è che vi siano molte domande incomplete o difformi. A cominciare, per esempio, dal fatto che l’8% delle domande riporta un IBAN errato. L’IBAN che si indica nella domanda per l'assegno unico deve corrispondere a un conto intestato o cointestato al tutore, o al genitore del figlio per cui si richiede l’assegno. Se la titolarità del conto non viene accertato, l’assegno non può essere erogato. Per evitare, dunque, il blocco del pagamento, bisogna accedere alla propria domanda per l'assegno unico e modificarla in tempo utile con i dati corretti e completi.

Richiesta con diritto a ricevere gli arretrati

Come accennato in precedenza, coloro che hanno presentato domanda per l'assegno unico nei primi tre mesi dell'anno, otterranno il versamento direttamente sul proprio conto corrente bancario o postale, sulla carta di credito o di debito o sul libretto postale a partire dal 15 di Luglio. Alla fine di tale mese invece avranno l'accreditamento coloro che hanno fatto richiesta a partire dal mese di Aprile. Tuttavia, la novità più rilevante, ampiamente preannunciata, riguarda gli arretrati relativi all'assegno unico.

Infatti, il 30 Giugno sono scaduti i termini per presentare la richiesta di assegno unico con diritto a ricevere gli arretrati, relativi ai mesi tra Marzo e Giugno. Coloro che invece faranno tale richiesta a partire da Luglio, non avranno diritto agli arretrati per le mensilità precedenti e pertanto l'accreditamento sarà del solo mese spettante. Per quanto riguarda invece la situazione delle domande respinte per mancanza dei requisiti, l'INPS non ha attivato nessuna procedura online per la presentazione di eventuali ricorsi in merito.

Tuttavia, il richiedente l'assegno unico puó consultare il sito dell'ente statale, per conoscere i provvedimenti di accoglimento e reiezione della domanda, che ne specificano (in quest'ultimo caso) eventuali motivazioni. In particolare, l'istanza puó essere nella situazione di "Evidenza alla sede", nell'ipotesi in cui vi è un problema facilmente sanabile attraverso un ulteriore procedimento e istruttoria da parte dell'ufficio dell'ente previdenziale, oppure in "Evidenza al Cittadino", quando è il richiedente che dovrà fornire ulteriore documentazione necessaria.

Comunque, basta in pratica cliccare, sul sito dell'INPS, sulla sezione "Consulta e gestisci le domande che hai presentato" e poi su "Evidenze", per verificare e conoscere quali siano i problemi riscontrati dal sistema e che hanno bloccato l'accoglimento dell'istanza. D'altronde, l'INPS ha ricevuto milioni di domande ed erogato in media alle famiglie italiane un miliardo di Euro al mese. I controlli sui requisiti relativi a tali istanze e conseguenti erogazioni, comunque, vengono effettuati attraverso l'incrocio delle informazioni tra varie banche dati, come giá accennato.

Come faccio a capire quando pagano l'assegno unico familiare questo mese?

Per sapere quando verrà erogato l'assegno unico nel mese corrente, ti suggerisco di:

  1. Visitare il sito dell'INPS: L'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) spesso fornisce aggiornamenti dettagliati e calendari riguardanti le date di erogazione delle prestazioni a sostegno delle famiglie.
  2. Controllare eventuali comunicazioni da parte dell'INPS: Se hai diritto all'assegno unico, potresti ricevere comunicazioni dirette dall'INPS, tramite SMS, email o posta, che ti informano sulla data di erogazione.
  3. Utilizzare il servizio "Cassetto Previdenziale" sul sito dell'INPS: Accedendo con le tue credenziali (PIN dispositivo, SPID o CNS) potrai consultare la tua posizione e vedere le date previste per le erogazioni.
  4. Consultare le notizie: Spesso, i principali siti di notizie italiane forniscono aggiornamenti sulle date di erogazione delle varie prestazioni sociali, compreso l'assegno unico.
  5. Rivolgiti direttamente a un patronato: Questi enti sono specializzati nell'assistenza in materia di previdenza e sicurezza sociale. Potrebbero essere in grado di fornirti informazioni specifiche sul tuo caso.

Infine, è importante ricordare che eventuali ritardi nei pagamenti possono verificarsi, quindi è sempre una buona pratica controllare periodicamente l'effettivo accredito sull'IBAN che hai fornito.

Che ISEE serve?

L'ISEE è un indicatore che misura la situazione economica di un nucleo familiare. È un requisito per richiedere l'assegno unico, ma non è obbligatorio.

In assenza di ISEE, o con ISEE superiore a 43.240 euro, si ha diritto all'importo minimo dell'assegno, pari a 54,1 euro mensili a figlio.

L'importo dell'assegno unico varia in base all'ISEE, in modo progressivo.

Per ciascun figlio minorenne, l'importo è il seguente:

  • ISEE fino a 16.215 euro: 189,20 euro mensili
  • ISEE da 16.216 a 40.000 euro: 155,05 euro mensili
  • ISEE da 40.001 a 43.240 euro: 54,05 euro mensili

Per un figlio con disabilità:

  • ISEE fino a 15.000 euro: 85 euro mensili
  • ISEE da 15.001 a 40.000 euro: 65 euro mensili
  • ISEE da 40.001 a 43.240 euro: 25 euro mensili

L'assegno unico è cumulabile con altri benefici economici, come il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza.

Esistono dei sussidi alternativi all'assegno unico familiare?

Sì, esistono dei sussidi alternativi all'assegno unico. I principali sono:

  • Assegno di natalità
  • Assegno di maternità
  • Assegno di invalidità
  • Assegno di ricollocazione
  • Assegno di disoccupazione
  • Assegno sociale
  • Reddito di cittadinanza
  • Pensione di cittadinanza

Assegno di natalità

L'assegno di natalità è un contributo economico erogato dal governo italiano alle famiglie che hanno un figlio. L'importo è di 1.920 euro, suddiviso in 12 mensilità.

Maternità

L'assegno di maternità è un contributo economico erogato dal governo italiano alle lavoratrici dipendenti, autonome e parasubordinate che si assentano dal lavoro per maternità. L'importo è pari all'80% della retribuzione media globale giornaliera.

Invalidità

L'assegno di invalidità è un contributo economico erogato dal governo italiano ai cittadini con invalidità civile di almeno il 74%. L'importo è variabile in base al grado di invalidità.

Assegno di ricollocazione

L'assegno di ricollocazione è un contributo economico erogato dal governo italiano ai lavoratori che hanno perso il lavoro e che partecipano a un percorso di ricollocazione. L'importo è variabile in base alla durata del percorso e alle caratteristiche del lavoratore.

Assegno di disoccupazione

L'assegno di disoccupazione è un contributo economico erogato dal governo italiano ai lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente. L'importo è variabile in base alla durata del lavoro svolto e al reddito precedente.

Assegno sociale

L'assegno sociale è un contributo economico erogato dal governo italiano ai cittadini di età superiore a 65 anni con reddito basso. L'importo è di 780,00 euro mensili.

Reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è un sostegno economico erogato dal governo italiano alle famiglie con un reddito basso. L'importo è variabile in base alla composizione del nucleo familiare e al reddito.

Pensione di cittadinanza

La pensione di cittadinanza è un sostegno economico erogato dal governo italiano alle persone di età superiore a 65 anni con reddito basso. L'importo è variabile in base al reddito.

La scelta del sussidio più adatto dipende dalle caratteristiche del nucleo familiare e dalla situazione economica.

Quali sono gli sgravi fiscali che riguardano i figli a carico in Italia?

In Italia, gli sgravi fiscali relativi ai figli a carico possono variare a seconda delle leggi vigenti e delle specifiche circostanze familiari. Tuttavia, posso fornirti una panoramica generale di alcune delle agevolazioni fiscali più comuni:

  1. Detrazione per Figli a Carico: Si tratta di una detrazione IRPEF per i figli a carico. L'importo di questa detrazione può variare in base all'età del figlio (se minore o maggiore di 24 anni), al reddito complessivo del nucleo familiare e al numero di figli.
  2. Assegno per il Nucleo Familiare (ANF): Le famiglie con figli a carico e con un reddito complessivo inferiore a una certa soglia possono avere diritto a ricevere un assegno mensile.
  3. Bonus Bebè: È un'agevolazione per le famiglie con neonati o bambini piccoli, che prevede un contributo economico mensile.
  4. Bonus Asilo Nido: Un'agevolazione per le spese relative alla frequenza di asili nido pubblici o privati.
  5. Detrazioni per Spese Scolastiche e Universitarie: Sono previste detrazioni per le spese scolastiche (libri, rette scolastiche, trasporto scolastico) e universitarie.
  6. Bonus Figlio Disabile: Bonus specifici sono previsti per le famiglie con figli disabili a carico, come agevolazioni per l'acquisto di servizi e supporti necessari.
  7. Detrazione per Spese Mediche: È possibile detrarre le spese mediche sostenute per i figli a carico.
  8. Bonus Cultura: Per i ragazzi che compiono 18 anni, è disponibile un bonus cultura da spendere in libri, musica, eventi culturali, ecc.
  9. Agevolazioni per Famiglie Numerose: Alcune regioni italiane offrono agevolazioni specifiche per le famiglie numerose.

È importante notare che queste informazioni possono variare nel tempo e possono essere soggette a specifiche condizioni e limitazioni. Pertanto, è sempre consigliabile consultare un esperto fiscale o riferirsi alle ultime disposizioni legislative per avere informazioni aggiornate e dettagliate.

Novità per il 2024

Durante il 2023, il beneficio noto come Assegno Unico Universale, pensato per sostenere economicamente i bambini e i giovani a carico, è stato erogato a 5,59 milioni di famiglie in Italia, aiutando in totale 8,89 milioni di minori e giovani. In base a quanto stabilito dal decreto legislativo numero 230 del 2021, che disciplina questo tipo di sovvenzione, l'importo dell'assegno è soggetto a revisioni annuali per allinearlo con l'andamento dell'inflazione e delle spese di vita. Pertanto, il governo italiano ha effettuato delle correzioni sull'importo, che ora oscilla tra i 54 euro e i 189,2 euro mensili per figlio, variando a seconda del reddito familiare determinato dall'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).

Più nel dettaglio, per i neonati e per le famiglie con almeno tre figli minori di tre anni (con un ISEE non superiore a 40.000 euro), è prevista una sovvenzione aggiuntiva del 50%, portando l'assegno fino a un massimo di 262,5 euro al mese. La percentuale esatta di questo incremento sarà annunciata dall'ISTAT a gennaio, influenzando sia gli importi base per figlio che le soglie ISEE, includendo anche le maggiorazioni.

Verso la fine del 2022, l'INPS ha apportato un cambiamento importante: non è più necessario presentare annualmente la richiesta per l'Assegno Unico Universale. A partire dal 2023, il processo di rinnovo si svolge in maniera automatica, ma le famiglie sono comunque tenute a aggiornare il proprio ISEE e a notificare all'INPS eventuali cambiamenti che potrebbero influenzare la quantità dell'assegno.

Di conseguenza, la domanda per l'assegno è necessaria una sola volta, ad esempio al momento della nascita del bambino. Negli anni successivi, per garantire che l'assegno rifletta adeguatamente la situazione economica della famiglia, è richiesto il rilascio annuale di un nuovo certificato ISEE.

Se non si procede con l'aggiornamento dell'ISEE per l'anno 2024, l'importo dell'assegno verrà automaticamente ridotto al minimo. Il termine ultimo per la presentazione dell'ISEE 2024 è fissato al 29 febbraio 2024; senza di esso, a partire da marzo, l'assegno subirà una diminuzione.

È importante anche tenere a mente che il 30 giugno 2024 è l'ultima data utile per effettuare il ricalcolo a decorrere dal 1° marzo per ottenere il pagamento degli arretrati. Per coloro che rinnovano l'ISEE dopo luglio, l'importo verrà aggiustato considerando le mensilità future, senza applicazione retroattiva.

Le famiglie devono inoltre informare l'INPS di qualsiasi variazione che impatti sull'ISEE, come la nascita di un nuovo figlio. In questo caso, non basta solo aggiornare l'indicatore, ma è essenziale inviare una comunicazione apposita tramite il servizio dedicato. Una volta notificata la nascita del neonato, indicandone il codice fiscale, l'INPS procederà con l'erogazione dell'ulteriore parte dell'assegno. L'ISEE aggiornato può essere presentato anche successivamente, ma entro un periodo di 120 giorni dalla nascita.

Questo sostegno finanziario è concesso anche ai figli maggiorenni, fino a 21 anni, a patto che rispettino determinate condizioni. Al raggiungimento dei 18 anni, è necessario segnalare questo cambiamento all'INPS attraverso l'area MyInps, e la modifica deve essere comunicata senza indugi, dato che non è retroattiva.

Altre situazioni che richiedono una pronta comunicazione all'INPS includono cambiamenti nello stato di disabilità del figlio, variazioni dello status di studente per figli dai 18 ai 21 anni, separazioni coniugali, nuova ripartizione dell'assegno tra i genitori, e cambiamenti nelle modalità di pagamento.

Gli importi previsti per ogni figlio possono essere incrementati in diverse circostanze, quali per famiglie con più di due figli, madri giovani (sotto i 21 anni), famiglie con quattro o più figli, bambini con disabilità, neonati, e bambini dai un ai tre anni in famiglie con tre o più figli e un ISEE fino a 43.240 euro.

Un'analisi del Censis prevede che, entro il 2040, solo un quarto delle coppie italiane avrà figli. Questo dato evidenzia l'importanza di iniziative come l'Assegno Unico Universale nel promuovere la natalità e supportare le famiglie italiane.

FAQ

Qual è l’importo dell’assegno unico 2023?

L’importo per assegno unico con ISEE fino a 16.215 € aumenta fino a 189 €. Per ISEE fino a 21.620 € passa a 162 € e per ISEE fino a 43.240 € aumenta a 54 €. Per gli ISEE superiori a 43.240 € sarà erogato solo l’importo minimo.

Chi ha diritto agli arretrati?

Chi ha effettuato la domanda entro il 30 giugno dell’anno, a luglio percepirà anche gli arretrati in forma retroattiva a partire dal mese di marzo dello stesso anno della domanda. Chi effettua la domanda dopo il 30 giugno non ha diritto agli arretrati.

Quali sono i bonus per casa e famiglia del 2023?

I bonus a favore delle famiglie in scadenza nel 2023 sono:

  • Bonus sociale bollette di luce e gas;
  • Bonus occhiali;
  • Bonus trasporti.

I bonus per l’efficientamento energetico della casa sono:

  • Il superbonus casa;
  • Il bonus prima casa Under 36;
  • Bonus condizionatori.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.